IL LUPO SPOGLIATOIO NICOLA BETTARI di Linda Stevanato
Festeggiamenti inoltrati, sono le 2 del mattino e i Lupi sono a far nottata con le ultime birrette al solito bar dietro la palestra. Il lupo solitario Nicola Bettari se la gode accasciato sullo sgabello con un sorriso sornione. Mi avvicino con pacatezza.
"Allora, contento Betta?"
Aspetta un po', sempre sorridendo. "Non sai cosa ho fatto quest'anno".
Sorpresa della risposta voglio approfondire. Sembra molto stanco ma in realtà Nicola non ha giocato stasera, è spesso in quella voce N.E. del tabellino finale, ovvero i Non Entrati. Alteti che sanno pazientemente aspettare il loro turno in panchina, partita dopo partita, ma pronti a dare il loro contributo, che prima o dopo arriva.
"Cosa intendi?"
"Sono stato molto fortunato" continua" Allenarmi a fianco di gente come Agnellini, Peli, Bonizzoni, gente che ha giocato in serie A...per me è stato un sogno. Ma io ho fatto un lavoraccio. Quest'anno nello spogliatoio eravamo tante tante tante teste" e lo dice dando un peso che suona come un macigno. "Ho cercato di lavorare di fino, dando un collante a tutta la squadra. Mi piacciono tutti i miei compagni di squadra ma è stato difficile riuscire a tenerli uniti, perché i momenti duri non sono mancati. Con la dipartita del coach Carrara poi, ho sofferto molto ma le cose poi si sono sistemate e non ho voluto mollare, perché credevo in questo gruppo."
Gli chiedo come abbia fatto a mettere sempre la squadra al primo posto nonostante le poche gratificazioni del campo, non potendo entrare spesso.
"Io sono un atleta e ho sempre giocato a calcio" spiega "Sono il quarto centrale, con tutto ciò che ne consegue. Ho cominciato tardi a giocare a volley e conosco i miei limiti. Il mio motore è sempre stato la gratitudine e la voglia di imparare. Consigli preziosi da un allenatore dall'esperienza di Carrara, e da compagni che non hanno lasciato perdere con me, e avrebbero potuto, visto che io non sono al loro livello, mi hanno spronato a migliorarmi e a dare un grande supporto da spogliatoio perché lì potevo dare tanto, essendo nato in uno sport di squadra. E mi sento di averlo fatto perciò brindiamo a questa salvezza!" E mi porge il bicchiere.
"Giovani ed esperti con le loro problematiche, stavano perdendo di vista una grande possibilità, quella di mantenere la categoria, ma alla fine il gruppo ha prevalso,e io mi sento di aver conquistato questa salvezza come se avessi giocato mille tie break, e va bene così "
Il proprietario decide di chiudere il locale, e la conversazione continua fuori dal bar. "Che progetti hai per il futuro?" "Mi piacerebbe continuare a imparare il più possibile" I tifosi scherzano proponendogli un ruolo da capo ultrà per la sua famosissima voce che ha sovrastato da sempre dalla panchina persino sui famosi cori dei diavoli rosa "Op Op Op"...il suo "Su su su" è diventato un grido di battaglia per lui. "Sono molto legato a questa società e ai ragazzi, per ora festeggiamo, poi si vedrà ".
È l'ultimo ad andarsene, il centrale Nicola Bettari, classe 1983, maglia numero 2, dotato di una battuta efficace e di una grande voglia di fare. Si allontana sotto la pioggia verso la macchina, in una notte straordinaria in cui diluvia dopo circa un mese di siccità, a Bovezzo, la notte in cui i Lupi hanno difeso la propria tana, dimostrando tutta la loro fame.